Going home that day, I found myself in Piazza Cordusio for a time long enough to start thinking and reminiscing. As the sun was falling down giving its golden touch on the top of the buildings, I could sense the similarity in sensation as the other day, not so long ago. When I first returned to Milan in February two years ago, I met my dear friend there at the same time of the day. Between the bustling columns of people passing by, ignoring the surrounding events, we exchanged the first hug in Milan. And I can recall all of it — the smell of the spring air, the way sun rays made shapes on the buildings and my thoughts following people that I didn't know, wandering if life would ever bring us in contact, or if one day we would be meaningful to each other.
It is so strange how our memories work. Little things remind us of other little things that once in the past prompted us to a train of thought that ended in a way that seemed significant at that moment. And, two years later, repeating it the way it was then, at the very beginning, it confronts us with the changes that took place and with how much of one's own initiative there was in these events. Columns of busy people, all staring in their own direction and each at their own stage of life, always make me think of memories that fade with such speed and remain only as I remembered them later; much less than the way they were when they belonged to the present.
Tornando a casa quel giorno, mi ritrovai in Piazza Cordusio per un tempo sufficiente per cominciare a pensare e a ricordare. Mentre il sole tramontava dando il suo tocco dorato sulla cima degli edifici, potevo percepire la somiglianza delle sensazioni con l'altro giorno, non molto tempo fa. Quando tornai per la prima volta a Milano nel febbraio di due anni fa, incontrai lì la mia cara amica alla stessa ora. Tra le affollate colonne di gente che passava, ignorando gli avvenimenti circostanti, ci siamo scambiate il primo abbraccio a Milano. E riesco a ricordare tutto: l'odore dell'aria primaverile, il modo in cui i raggi del sole modellavano le forme sugli edifici e i miei pensieri seguendo persone che non conoscevo, chiedendomi se la vita ci avrebbe mai messo in contatto, o se un giorno saremmo significativi l'uno per l'altro.
È così strano come funzionano i nostri ricordi. Le piccole cose ci ricordano altre piccole cose che una volta nel passato ci hanno spinto a un filo di pensieri che si è concluso in un modo che in quel momento sembrava significativo. E, due anni dopo, ripetendolo così com'era allora, proprio all'inizio, ci mette di fronte ai cambiamenti avvenuti e a quanto di propria iniziativa c'era in questi eventi. Colonne di persone indaffarate, tutte con lo sguardo rivolto nella propria direzione e ciascuna nella propria fase della vita, mi fanno sempre pensare a ricordi che svaniscono con tanta velocità e rimangono solo come li ho ricordati in seguito; molto meno di come erano quando appartenevano al presente.